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“BUFFET”.

È ora di intonare una filastrocca  indie 90’s.

clauscalmo è dove Clara parla libera, racconta cosa vede sott’acqua, tra le dune, sulla luna: tutto in questa dimensione la riguarda. Polistrumentista e autrice, scruta a fondo attorno. Con un punto di vista onirico e sommerso, si spinge dove vuole arrivare

La sua musica è come una filastrocca indie 90’s. Chitarre pulite, intrecci percussivi e synth surrealisti sono il percepibile, ma il mantra di clauscalmo è che “se qualcosa non si vede non vuol dire che non esiste”: e allora si potrebbe parlare delle influenze post-rock e new wave, che porta gelosa sempre con sé.
Dopo anni in band e qualche esperienza da turnista, tra concerti segreti e grossi furgoni, sceglie di iniziare a schiudersi: ecco il suono che fa il guscio che si rompe. 
“Questa, come molte mie, è una canzone consiglio. Funziona con me. Metto la mia sofferenza nero su bianco e mi indico quel che secondo me è il modo migliore per farci i conti. O il peggiore. Ci entro in contatto, la riconosco e posso lasciarla andare più facilmente. O tenerla lì come monito inoffensivo e ammansirla.”
Un mantra, tirati fuori dai guai, scorre su una ritmica ipnotica, che nel ritornello lascia spazio a sbalzi dinamici, e nella coda a un intreccio di tromboni e synth, che allargano i confini del brano. Sono i segnali di un progetto ibrido, muta-forma, che nelle sue canzoni lascia respirare tutto, anche le influenze dei vinili new wave e post rock di una collezione che potrebbe essere la colonna sonora di ogni stagione di Clara.

Buffet non è un debutto, ma un invito all’ascolto.

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